ITALO STORTO

lavorincorso

del piantare semi nel cemento fresco dell'apatia della gente

See it live

di tutti i personaggi creati da un grande artista i più belli sono i suoi lettori
e i miei sono tutti impegnati a leggere altro

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l’indolenza seccante di una vita vissuta in stampatello

ecco
sono tornati i tuoi antichi padroni
con il loro doloroso carico
di cose buone di pessimo gusto
non ci sono fermate della metro
nella periferia dei loro silenzi
solo panchine sporche e
pali d’alluminio esagonali
un arredo urbano essenziale
testato all'azione di flessione generata dalla spinta del vento
anche a quella di torsione certo
e a quella di taglio alla base dovuta al contrasto esercitato dall'inerzia del plinto di fondazione in calcestruzzo
il giusto dimensionamento del plinto di fondazione è necessario per garantire stabilità all'azione di pressoflessione trasmessa dal palo
cercasi badante h24
muratore tuttofare offresi
faccio ripetizioni di matematica
svuoto cantine chiamare 349 33 69 738
Eleonora della V° D fa i bocchini

vivi la tua vita in corsivo
siediti e aspetta questo cazzo di autobus
come fanno tutti gli altri

che pic di due

latra gi cagra
ndez zadique
stotu o amo reno ncorri
sposto il lumi nai
nail mi ovo
ltodi un sorri
soi di ota

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la mia vita tra gli zombies. dove mi viene insegnato l'eufonico balletto dello zompettar sugli altrui testicoli

codesta neghittosa lengua mia 'nventata
che ivi te baptizio Cecco Leopardata
pel cunto dello cunto sciagurato
che appresso a piè di mouse è presentato
si presta male assai a darti incantamento
meglio sarìa s'avesse avuto ugna, dente e laccio
et pungerti pel bosco narrativo del rude canovaccio
perciò ti chiedo venia mio pregiato lettor
del mio poetar signore e duca
ma se manco ciò t'aggrada: suca!

umana cosa è avere compassione degli afflitti
scrivea il mio collega prediletto
ma a onor del vero gesto atletico vorrebbesi sconsiderato
se l'afflitto questionato è un dirigente blasonato
l'inevitabil precipizio d'animo spuntato e ottuso
se di nubilose, fredde, piovose, fetide e fangose
occupazioni della vita una mente è convertita ad un sol uso

la vita è così breve, affrettati a leccare
amaa ripetersi il suddetto nella scalata al vertice aziendale
tampoco togliersi alla virilità e rigalarsi alla vecchiaia ei voleva
ma darsi a riunioni, rendiconti, sal e tal qual impresa
sin all'aurea dote in notulae di rapportin
che ogni passo fa e deven rimborso spesa

tal qual pittore che è dato ad imbrattar il pennello nello sterco
e darti vuole convincimento di talentuosa sua virtù
così si presentò con gli occhi conficcati in terra
tra gli spacciati morti che furono sepolti vivi suoi colleghi
il giorno in cui diede pubblicità di sua sciagura condannato
che visceri di mal morbo con segno zodiacal diagnosticato

da sguattero qual'io era e fui
tal sentire mi serrò sì fortemente il cuore
e la sublime arte del tacere imparava da quel ciarlierio
suo manipolo di sottoposti che fra molte lagrime
profondi singhiozzi e piagnistei facea un gran frittume
a compassione pel menomato conducente mosso
arrivato a un cotal precipizio e all'inevitabil fosso

trovandomi frattanto pel lamento arruginito
non mi accorgea che il carosello di querimonie
e geremiade et lagne et frignamenti de le sue genti era salito
no certo pel duce in fuorigioco
ma che Iddio che ci regala fantastiche erezioni li perdoni!
pe lo squartamento della carogna che ei
seduta stante avea lasciato in loco

mansuefare una fiera in confronto è poca cosa!

lo scalo alla catena di zozze dipendenze
che fa di te padrone alli anelli sottostanti
e sciocco servitore pe quelli un po' più avanti
avea rimestolato pe quel vuoto le licenze
un nuovo ordine si richiedea al marchingegno cùpido
e di quel serraglio: dadi, rondelle, raggi, viti e ruote
tutti tosto asserraglionsi al grido:
"si salvi la carriera chi puote"

la mia vita tra gli zombies. dove riscopro il valore del singolar singulto

età grama la mia
che virilità
da ghiandola prostatica
tal nocciolo di pesca condotta
non puote ripetere il suo cominciamento
che punge li amanti a lagrimar pulzelle
ma piega senza posa nell'invecchiamento:
di gravitate aumento
di sgocciolar cappelle
et centro della terra puntamento

era costei Madonna piena di grazie naturali
et condividea l'arte mia
d'imbrattator di fogli digitali
e pazzielle ncoppe o monitorre
e il fil tenea del mio desio pel suo carnato
che così lasso si perde e scorre
quando in malescio topo-postazione è confinato

no per mia pietade o per sua noia
ei fosse mossa
(ingenuo è quel che io allor credea)
accettai per certo e senza indugio
il suo dolce invito
che nelle macchine dei caffè dispensatrici
pei loculi lavorativi è solo sito

avvicinatomi al sospirato oggetto
tal peregrino in terra sancta
di umbratile animo unto
alla vista dello sepolcro benedetto
d'ogni tenebra l'aere disgombra tosto ch'è giunto
sollievo, balocco e inquieta brama
m'avea rimesso balsamo nel sangue
il dondolìo ancheggiante della suddetta dama

speranza debile et fallace!

sorseggiando il surrogato io taceva ed ascoltava
il mio labbro non potea proferir parola
tanto dei suoi tre figlioli ei mi parlava indefessa
come se a me per forza qualcosa fragarmene dovesse
come a richiedermi un ringraziamento
che il pregiato dna della sua razza
ch'ella spargea
fosse il migliore che s'avesse dei suoi doni
e no intasatore di parcheggi de' centri commerciali di future generazioni

non vedendo altra strada per me di uscire
da quel sozzo laberinto
nudo da ogni scusa e senza fallo
mi foderai lì orecchi al suon della sua voce
sperai e desiderai financo di morirne
ma essendo ella fetente cloaca
fortemente innamorata di sé
afflisse codesto castigo
al mio natural temperamento
noiandomi di umor viscido e fetento

come è d'uopo tra le bestie selvatiche far ricorso
un convincimento aspro e feroce
mi fu pronto soccorso
incensar la sua potta intonsa
di natural rimedio risolutore:
sbranare quei tre cuccioli
per far ritornare la femmina in calore

speranza debile et fallace!

il desìo di ritrovarsi in solitudine
tra malinconia e raccoglimento
ahimè risolse ogni pensier mio
all'autocastramento
dovendo darmi pace stimai più facil cosa
covrirmi della natural mia pelle d'asino
togliendo poi quella di lione
e darmi più tardi sollazzo e gaudio
da me medesmo meco
a singolar tenzone

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devo rassegnarmi. non aggiungi più bellezza alla mia vita

ma dimmi fiore di serra, perchè sei venuta?
quali notizie porti dalla prigione del tuo corpo?

sei una donna sola
questo lo so
puoi fare quello che vuoi
sei una donna sola
puoi fare quello che puoi

ogni storia rivela una scelta
ogni scelta nasconde tante altre storie

le larve finalmente sono scomparse
mi stanno uscendo delle mosche dal corpo
è un buon segno vero?

la mia vita tra gli zombies. dove scopro la nobile arte del rider vano et leccar lo deretano

credere ad un destino prodigo che mi ridìa a me stesso
senza giostre di parole è attesa tal qual fesso
perciò passo anche stamane del maniero verso il delirio
pel pertuso rotante l'usato carcere del mio martirio

nel loculo volante ascensionale
mi trovo costretto al pari dell'indigeno villano
che per suo costume pronto ad impinguarsi nelle merderie
m'avea già da tempo compunto mente e core
oltre che 'l retto di ferocissime evacuazioni et dissenterie

selvatico com'io era e per niente addomesticato
tanta fu la maraviglia mia quando
tal maccheron tosto scolato
stare moscio e sconsolato
ringalluzzirsi pronto al fil d'olio versato
allo stesso modo codesti valvassori
niuno escluso
prontamente mostrar lo riso et lingua et sgnignazzamenti vani
all'apparir del nobile e anziano dirigente
puparo delle terre et de li culi di tutta questa gente

lo nobil Cavaliero
dal facile cader nelle chiacchiere
patrimonio ultimo di questa debole età
abbaia a voce alta banalità senili
e novellando vien del suo buon tempo
quando al dì di borsa chiusa
egli si ornava il petto e il crine
in sul calar del mib e altre moine
pur tuttavia riso et gioia et divertimenti puerili al volgo riunito
dispensa senza posa all'uditorio rinminchionito

cotanto pomposo e sí poco sugoso blaterare
e l'esercizio di servitù di sottofondo
pareano durar una eternità in quei pochi istanti
stomacato da tal barzellettare
ripigliai tristamente le mie catene lavorative
onde io imparai sin da allora un insegnamento vero quanto immondo:
che è la vicendevole paura che tiene e governa il mondo

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la mia vita tra gli zombies. dove scopro l'antico sapore della ficalessa bancaria

pei consorzi dell'arte mia burattinesca
tutta agghindata a tombolo, merletto e pizzo
nella soverchia pompa del suo pascere agiato
ella si va sentendosi laudare nel suo stile
e sì facendo dispensa senza posa ormoni
a l'omini, si fa per dire, di genere maschile

a tal vista confesso
anch'io cadea un pocolino nel torpore
e sottraeva la puerilità del mio lavoro
al vuoto del mio capo e quivi tosto cedea lo passo
a ragionamenti asinini e vani:
volerLe usare lo stesso trattamento
pel foco del mio scroto sciocco rimedio
ciò che mi riserva ogni momento la sorte d'uomomedio

ingenuo e tristo e vano e ano questo mio ragionamento
poetare su codesta spocchiosa gente
picciola e vile
che presta a strozzo li danari
ai disperati e vinti
che specula financo sul divertimento
rendendo fruttifera una fia col mero accoppiamento

Oh lacrimoso fallo dalla vulva assente
quale misero pensiero rivolgi al dì presente?
Tutto si riduce a stitichezze vane
non serve beltà, virilità, spirito e ingegno
tutto diventa un tal beffardo ghigno
se di una Madonna di siffatta gente
si volesse un giorno medicar la piaga del suo scrigno

prendere a pugni un uomo solo perchè è stato un po' scortese sapendo che quel che brucia non son le offese?

beh Giulio, io direi proprio di sì, così almeno la prossima volta ci pensa bene prima di parcheggiare in doppia fila

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la dominanza apicale nel regno dei polloni

signoria vostra illustrissima
mia disincantata cucaracha
vizioso circolo virtuoso
perdoni la mia invasione nella sua quotidianità
sono un razionalista del settecento
una creatura delle onde
vivo tra sequenze disciplinate
e movimenti remoti
un'ostrica
un mollusco tra gli antropofagi del mare
un piccolo d'Io perduto in un oceano ignoto
nascosto tra le sue labbra che abbozzano un sorriso
tra una rumba e un mambo
abbandonato agli splendori e ai paradossi
dei grandi rettili dell'era mesozoica
spazzati via dalla lunga corsa del gigantesco meteorite

il disastro dello Yucatàn
l'ovulo terracqueo fecondato
da un incontro occasionale

nell'attesa della pensione minima e tra un orgasmo e l'altro bisogna pure fare qualcosa

ogni tanto ho dei momenti di lucidità
ne approfitto per farmi del male gratuitamente
ne approfitto per dare una occhiata al mio futuro lavorativo

vedo una grande capannone di cineserie
dalle parti di campi bisenzio
il parcheggio la mattina si trova facilmente
che culo!
nel capannone fa freddo e c'è poca luce
sento delle voci che arrivano da un gabbiolo in alto
un cinese con le fattezze di *****
scende e viene verso di me
mi porta un foglio con dei buchi laterali
la lista degli oggetti da imballare
mi dice qualcosa in cinese
e me lo dice incazzato
troppo incazzato
ma io non capisco il cinese
i miei occhi lucidi dai contorni arrossati non lo riguardano
piego la schiena
metto gli oggetti nello scatolone
spunto la mancolista

ogni tanto ci butto delle palline di polistirono
scivolano tra le mie mani
come se scappassero via da me
come se si sentissero migliori di me

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sciogli il tuo cane

morire in piedi o vivere in ginocchio?
tirare la cinghia o il sasso?
esci
vai a scoprire la spaventosa vulnerabilità della tua felicità
prenditi una vacanza
guarda come vive il resto del mondo
studialo veramente
non sui libri
vai bello
mordi la mela della vita

di cane si scioglie
quando piove la merda

stipendiodimerda => lavorodimerda

ed io che sognavo fosse solo un sogno d'improvviso mi riaddormentavo

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nuovi modi e maniere e stratagemmi sottilissimi per riuscire a vivere o a morire vivendo

cacarsi il cazzo di ricercare la felicità
accontentarsi di una sua sottomarca al gusto di gioia
privare il tempo dal peso del passato
dagli inganni del futuro
chiudere gli occhi
respirare
respirare con la consapevolezza di farlo
avvicinarsi alla superficie
senza paura
toccare la testa del cobra
respirare
entrare nello zoo
entrare nella gabbia della scimmia
arrampicarsi lungo la gabbia
saltare se ti danno una banana
ricavare l'energìa dalla demolizione del glucosio
saltare nella gioia di un mondo semplice
un mondo binario
101010101111010010101010101011110101010011100010101010101010101010101010000001...

sulla mia pelle un velo di ruggine rassicurante
prendo bene la mira e scelgo un nuovo padrone da servire

qui piove

e fuori c'è uno splendido sole
che ardendo
ci spoglia nella brillante nudità
di uno stupore che ci invade entrambi

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più responsabili, insieme (trad. lavoro tra li pecuri e li cani pe fa magnà l'agnello a lu padrone)

pe lu ballu de li Rebbuttanti
tutti l'impiegati parene maccarune
appena squolate e musce
che quanne può i ggire mmese a l'uoglie
a vite ze retollene de botte
cumme se nen fossene mai state cotte de paura
caccene a capa da dove a tenne sempre
nu culo du padrone chiaramente
si ammandano la scigna sulli spalle
che na pelle de lione spelacchiate
e ze danne n'arie de mescille appena nate
li femmene zi pittano uocchie e labbra
l'uommene ze stregnene nu bbelle nude nganne
ma tutti
proprio tutti
senza distinzione di imponibbile e ferie non godute
zi lustrano in festa l'appendice
e remettene la lenghe
dove sempre a tenne
pe meglie assapurà tutto stu Dulore che
da quaccheparte ada scì
tutte stu Dulore che cacchedune zada magnà
tutte stu Dulore che nun ze po perde
inzomma pe meglio assapurà
lu gusto della merda

ogni scarrafone è bello a mamma (e a sora) soija

Commedia tragicomica in quasi due atti. Che faccio lascio? Desidera altro?


PERSONAGGI

LUI - uomo di genere femminile
LEI - donna di genere maschile

ATTO PRIMO
(la scena si svolge in una macchinetta del caffè da ufficio)

LEI (si avvicina languidamente a lui e mette una mano sul suo petto) e allora?
LUI (spostandosi) dai non fare così?
LEI (come se nulla fosse continua ad accarezzarlo) così come?
LUI (quasi infastidito e timoroso) dai non fare così, restiamo amici?
LEI (di nuovo come se nulla fosse e con un sorriso) certo perché no, restiamo pure amici basta che scopiamo!
LUI attenta ci potrebbero vedere
LEI e di cosa hai paura?
LUI di niente e poi io amo mia moglie e non la tradirei mai!
(entra in scena un grosso elefante blu volante; poco però, circa dieci centimetri da terra e rimane in scena solo per pochi istanti)
LEI e chi ti sta chiedendo di tradirla! La mia è solo curiosità.
Vorrei anch'io provare almeno una volta questo famoso orgasmo di cui tutti parlano.
LUI ma non riuscirei mai a farlo
LEI tranquillo ti aiuto io
LUI e poi i sensi di colpa, come farei?
LEI meglio. Se ci sono i sensi di colpa meglio. Aiutano i rapporti. Grazie ai sensi di colpa sarai ancora più gentile con lei e il vostro rapporto sarà sicuramente migliore
(Entra in scena di passaggio una donna sui sessanta che si rivole a lui) - quanto sei bello!
LUI ciao mamma e grazie
LEI allora che ne pensi?
LUI ma poi come faccio a rientrare a casa?
LEI tranquillo, basta subito farsi una doccia. Il segreto è tutto lì.
LUI tutto li' e funziona?
LEI funziona? Certo che funziona e poi vedila anche dal mio punto di vista: sicuramente hai un pisello diverso da mio marito quindi se ce l'hai più grande non continuerò a vivere di rimpianti.
LUI e se ce l'ho più piccolo?
LEI meglio, vuol dire che ero felice e non lo sapevo!
(Entra in scena di passaggio una donna sui quaranta che si rivolge a lui) - quanto sei bello!
LUI ciao Sorella e grazie
LEI e allora? Meglio rimorsi che rimpianti. o no?

(fine primo atto)

START-PUBBLICITA'
Lavori in una stanza con colleghi spocchiosi e con un quoziente intellettivo di una pallina Zigulì (senza offesa per la pallina Zigulì). Colleghi idioti che inutilmente tramano sottovoce, che non sanno ridere, ghignano o sghignazzano senza motivo?
Tranquillo, è ora di controllare l'accredito dello stipendio!
Verifica che il bonifico sia stato effettuato e tutto avrà di nuovo un senso.
Contro la rivoluzione della propria esistenza e per lo status quo c'è: ACCREDITO©.
Attenzione è un medicinale può causare assuefazione e perdita dell'anima.
STOP-PUBBLICITA'


ATTO SECONDO
(L'azione si svolge nella tenuta di L.A. Ranevskaja. Una delle porte dà nella camera di Anja. È l'alba, presto sorgerà il sole. Entrano Dunjaša con una candela e Lopachin con un libro in mano.)

LOPACHIN Il treno è arrivato, grazie a Dio. Che ore sono?
DUNJAŠA Manca poco alle due. (Spegne la candela).Fa già chiaro.
LOPACHIN Ma di quanto è in ritardo questo treno? Saranno almeno due ore. (Sbadiglia e si stiracchia).Furbo che sono, razza di bestia! Sono venuto fin qua apposta per andarli ad aspettare alla stazione e non mi sono svegliato... Mi ero messo a sedere e mi sono addormentato. Peccato... Almeno tu mi avessi svegliato.
DUNJAŠA Io credevo che ve ne foste andato. (Tende l'orecchio).Mi sembra che stiano arrivando.
LOPACHIN (tende l'orecchio) No... Prima che abbiano ritirato il bagaglio e tutto il resto..
DUNJAŠA (sottovoce) Lopachin ma che cazzo sta succedendo in questa commedia? Non trovi tutto un po' strano?
LOPACHIN hai ragione, c'è qualcosa che non torna
DUNJAŠA dovrebbe essere l'inizio del primo atto de Il giardino dei ciliegi di Cechov e invece qui siamo già al secondo atto di qualcosa ...
LOPACHIN hai ragione, non torna. Facciamo chiudere il sipario?
DUNJAŠA direi prorpio di sì

(SIPARIO)

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prima che fuoriesca tutto il pus

cancella tutto
parcella brutto
antella rutto
nivea esce dalla vocca
del semofere in pigiamo
slucco slucco
sei un po' stronzo o farabutto?
tocchetelle
tocchetelle
figlie belle
figlie belle
sti Giudi di carriera
sbirilundidà in quantità
solo per la priuvata proprità
morti renditi
e pircellio saturi
e fuochi penduli
abdullà abdullà cicì e cocò
snocchi snocchi abbraccialà
la morfologia snacca snacca
sulla placca della bugìa
fritte flipper di frtittelle freegolose?
cuncia sulla collina
non colora stiri stora
cosa cora?
sparo, sparo all'oppressore che cavalca l'espressione
non trovate solo fessi
essi essi
ma se stessi
clunco e spindo
stradalindo
corpulendo nippo nippo
coppo coppo e sbandamento

gnoccae magnvm

Per prendere il patentino di poeta ho bisogno di nutrimento per il mio spirito.
Basta sbavare per colleghe ficalesse workaholic. Basta!
Passano le giornate a leggere fogli excel e nei casi più interessanti i contenuti dei pannolini dei loro cuccioli.
Basta.
Devo cambiare target.
Voglio conoscere solo donne il cui unico problema sia "che colore di perizoma metto al party di stasera?".
Sono perso in questi pensieri. Sto uscendo dall'ufficio per tornare a casa quando al secondo piano l'ascensore si ferma ed entra Lei ********* la gnoccae magnvm del palazzo. Quella per cui qui, ogni uomo di genenere maschile, baratterebbe per ogni anno della sua vita un suo centimetro quadrato di epidermide esplorabile. Io per esempio le darei il 1994. L'anno in cui ho fatto il militare.
Se due terzi del patrimonio culturale mondiale è concentrato in Italia, il 98% del patrimonio fichesco di questo palazzo è concentrato in *********. E' la nostra "signorina Silvani". Come direbbe ogni cattolico progressista: "anche papa Francesco sarebbe nulla davanti al colosso di Rodi della sua fica".
(Che c'è? Troppo blasfemo? Ti sei offeso? Non credi ai preti e alla chiesa però questo papa ti piace? Ma vaffanculo).
Insomma per darti delle cordinate più precise su youporn starebbe tra le categorie: milf, treshome e busty; e se Dante ha attraversato inferno e purgatorio per la fica di Beatrice io per la sua sarei capace di attraversare tutto il Molise. Ok ok ho esagerato, diciamo allora solo la provincia di Campobasso.
Appena ********* entra in ascensore smonta tutti i miei pensieri per il patentino di cui sopra e l'unica cosa che mi viene da dirle è: "che colore di font usi stasera per i tuoi documenti excel?"
Capisco dal suo sopracciglio sinistro sollevato che la mia uscita non è delle più felici.
Per fortuna conosco a memoria il manuale sulla seduzione del dottor Italo Storto "Usa l'ovetto sbattuto se hai finito il cialis ed altri suggerimenti per avere successo con le donne" edizione 2014 Stampe Confidenziali, 13 euri. Capitolo 3 paragrafo 4, in caso di incontro imprevisto usare la regola delle tre F: Fight-Free-Freeze. Ovvero davanti al pericolo hai tre possibilità: combattere, scappare o congelarti. Dal momento che trattasi di predatrice che si nutre solo di cavie vive, io opto per questa ultima soluzione, opto per la tanatosi, resto immobile senza fiatare. Come un opossum che si finge morto per non essere sbranato.
La tecnica funziona. Riprendo fiato e mi avventuro in discorsi clichè sul tempo, sulle tariffe di cellulari e sul nuovo fantastico programma di Bonolis.
Facciamo insieme la strada verso la stazione. E' anche lei una pendolare e trovo riparo in un accorato simposio su orari e ritardi dei treni. Noi pendolari potremmo passare giornate intere a descrivere orari e ritardi. La cosa inquietante è che troveremmo sempre conforto l'uno con l'altro con continui: "davvero?", "maddai!" "e tu poi che treno hai dovuto prendere? "cinque minuti di ritardo? incredibile!". Ma lasciamo perdere queste miserie. Concetriamoci sulla Gnoccae Magnum, qui al mio fianco.
Mentre ci dirigiamo alla stazione provo a fare del mio meglio, ma nel sottopasso vengo assalito da dubbi grammaticali e da flessioni di verbi irregolari della prima coniugazione. Per fortuna mi vengono in soccorso verbi di uso comune, ammosciano il ritmo del dialogo, ma mi lasciano in vita. Finalmente in lontanaza appare il mio binario. Il punto in cui in cui io mi fermerò e lei proseguirà. Manca però un ultima prova da superare. La più terribile. La visione del suo favoloso fondoschiena che si allontana. Altro che tappi di cera e canto delle sirene di Ulisse, qui mi servirebbero i tartari di Michele Strogoff (la potenzialità del cervello umano di assorbire e memorizzare minchiate non finirà mai di sorprendermi).
Il movimento del suo culo che si allontana corregge la traiettoria di questo mio giorno senza nome.
Lo so che non credi al mio dolore, però voglio dirti solo una cosa.
Tu pensa al culo più bello che tu abbia mai visto. Chiamiamolo C.
C sta al culo di Gnocae Magnum come le mie chiappe mosce stanno al fondoschiena del David di Michelangelo.
Ho reso l'idea?
Ok ora lasciami soffrire in pace.
Devo prendere questo cazzo di patentino di poeta.
Devo studiare.
Ho bisogno di nutrimento per il mio spirito.
Basta sbavare per colleghe ficalesse workaholic.
Basta!

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nella mia partita con la morte la snai ha deciso di non accettare scommesse

la posizione migliore per dormire è sulla schiena
la posizione supina a pancia in su
la posizione della morte
un terzo della mia vita a dormire
un terzo della mia vita a esercitarmi alla non esistenza
se il coperchio della mia bara non dovesse chiudersi
dateci pure qualche martellata
ma questo non vi basterà
cercherete una mia immagine
non ci sarà bisogno di un web designer per il mio avatar
c'è già da qualche parte
per forza
una immagine di me che cambia insieme a me
io nel mio ultimo periodo di vita
io nel mio momento migliore
ecco perchè mi dicevate sempre di sorridere quando mi facevate una foto

poesia da more

non conosco
il tuo sorriso
i tuoi pensieri
il sapore dei tuoi baci
il modello del tuo cellulare
l'odore della tua pelle
le tue foto sul profilo feisbucche
il lavoro che fai
le cose che ti piacciono
i film che ami
le persone che frequenti
la musica che ascolti
i tuoi sogni
non conosco tutte queste cose

e non desidero conoscerle

ti regalo il mio amore
eccolo
è tuo
puoi farci quello che vuoi
ci ho messo anche lo scontrino
così se non ti piace il colore puoi cambiarlo

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qualsiasi riferimento tra questa poesia e una poesia vera è puramente casuale

tranquilla sono un uomo sposato
sono abituato ad accoppiarmi in cattività
se fossi in te non mi preoccuperei per loro
ho fatto pazzie per donne con tette molto più piccole delle tue
cavolo
sembrano due smarties al gusto di cacao
ok ok ok smetto
sai sono un bricoler certificato obi
e credevo si potessero svitare
lascia stare mia moglie
le mogli hanno sempre ragione
per questo sono mogli
altrimenti sarebbero rapporti occasionali
l'euncoidismo è un sostantivo maschile
ma è anche una anomalia consistente in uno sviluppo sessuale incompleto causato da deficiente funzionalità delle ghiandole sessuali che può presentarsi in individui di entrambi i sessi
i kleenex sono sul comodino dietro la foto di mio figlio

sfogo lirico

ti ho mandato due chili obait di mail
e non mi hai mai risposto
le foto dei gattini con i cappellini da babbonatale
che suonavano il pianoforte non ti piacevano? eh?
questa settimana ti ho chiamata
quattrocento trentadue volte e tu?
tu che hai fatto?
hai chiamato solo una volta
non solo
invece di chiamare me hai chiamato i carabinieri

ma che ne sapevo io che collezioni solo pupazzi di peluche senza palle e spina dorsale?

ok torna al tuo lavoro che ti fa sentire tanto kùl
tornatene a riempire fogli excel

ma non fare la superfica che a causa della sua bellezza
ha difficoltà a relazionarsi
ti prego non farlo
ti fa sembrare una cheerleader prossima alla menopausa
che non riesce più a saltare
e muove solo i pon pon

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b sogni di un canarino da miniera

la laidezza di questo paesaggio aziendale si attacca alla mia solitudine
e non va più via
un mondo grigio tortora
una zona appiccicosa di smorta piattezza
di annoiato disdegno
di indefinito e scontato finale
una lunga attesa prevedibile e noiosa in cui nulla accadrà
senza dolori nè piaceri senza allori nè mortificazioni

la mia esistenza impiegatizia
la mia esistenza zombificata
un supereroe senza super poteri che ha deciso di non usarli

la mia testa è viva solo fuori di me

Questo shampo mi istruisce in sei lingue diverse.
Conosce molte più lingue di me.
È stato fatto a Taiwan.
Ha viaggiato molto più di me.
E' uno shampo trattante ristrutturante.
Ha uno scopo serio. Definito.
E' dotato di un dosatore.
La sua esistenza è organizzata e pianificata.
Il suo contenitore ha un aspetto accattivante.
Ergonomico. Snello. E per fare una rima oserei aggiungere: bello.
Il mio corpo mi ha tradito da tempo.
Questo shampo ha un prezzo esposto e definito.
Senza illusorie romaticherie. Senza sconti.
Questo shampo è senza dubbio migliore di me.

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appartiene a quel genere di problema che crea un sacco di domande

Naturalmente, non è l'aspetto fisico di questa tua vagina che mi interessa: ciò che mi interessa è il fatto che questa vagina appartenga a te. In altre parole, se scoprissi che questa tua vagina con questo aspetto appartenesse a una persona differente, allora questa stessa vagina non eserciterebbe più un fascino incondizionato su di me. Ciò significa che pulsione e desiderio sono nonostante tutto intrinsecamente intrecciati: non solo un desiderio fa sempre affidamento su qualche pulsione parziale ma anche le pulsioni funzionano solo in quanto si riferiscono a un soggetto del quale desidero il desiderio.

100 euri

ok, sali in macchina

terza ed ultima guerra mondiale

vedremo solo dei funghi atomici lungo la linea dell'orizzonte avvicinarsi sempre più minacciosi

e gente china sui monitor a scrivere: "mi piace"

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scusa harold

- Dove fu trovato il corpo morto?
sul treno locale per pendolari Viareggio-Firenze
- Chi trovò il corpo morto?
gli addetti alle pulizie del treno della stazione di Santa Maria Novella
- Il corpo morto era morto quando fu trovato?
lavorava come consulente informatico per istituti di credito quindi credo fosse morto già da molto tempo
- Come fu trovato il corpo morto?
seduto, stava riempendo un foglio excel per il sal
- Di chi era il corpo morto?
di un bruco che non si trasformò mai in farfalla
- Chi era il padre o la figlia o il fratello o lo zio o la sorella o la madre o il figlio del corpo morto e abbandonato?
credo fosse solo dal momento che ancora nessuno viene a ritirare il corpo e la puzza sta diventando insopportabile
- Il corpo era morto quando fu abbandonato?
sì, era diventato docile allo schema e si limitava da tempo solo ad arrampicarsi lungo la gabbia
- Il corpo fu abbandonato?

- Da chi era stato abbandonato?
fu abbandonato da se stesso
- Il corpo era nudo o vestito da viaggio?
era vestito da classico impiegato: un pupazzo senza stile con il sex appeal di un paralume rococò
- Che cosa vi fa dichiarare morto il corpo morto?
nella sua borsa abbiamo trovato dei preservativi scaduti
- Avete dichiarato morto il corpo morto?
sì, gli abbiamo subito revocato l'utenza su facebook
- Quanto conoscevate il corpo morto?
nel portafogli aveva dei resti di ticket restaurant e questo ci è bastato
- Come sapete che il corpo morto era morto?
gli ho detto "è uscito il nuovo modello di iphone" e non ha reagito
- Hai lavato il corpo morto?
sì e l'ho unto di vasellina
- Gli hai chiuso entrambi gli occhi?
no, non aveva più occhi
- Hai baciato il corpo morto?
diciamo che vista la situazione e dal momento che era ancora caldo ne ho approfittato....

bambina mia

il giorno in cui ho scoperto che eri una donnetta qualunque
senza fascino e intelligenza
è stato un giorno spaventoso
nell'abbandono ho colto l'occasione per il superamento di me stesso
ho sepolto le nostre parole nella licenza d'uso di un software
dove nessuno le avrebbe mai più lette
ho pettinato i miei capelli per rimettere ordine tra i miei pensieri
e ho immerso il capo nell'azoto liquido
sperando di congelare ogni cosa
ma non è servito a niente
sono solo riuscito a
disinfestare lendini e pidocchi
che coltivavi nella mia testa
perchè aspetti a chiudermi le labbra?
oggi però vorrei essere me
vorrei ricominciare da me
e tu stai usando una versione precedente di me
forza scaricati il mio aggiornamento da internet


mancano all'appello furby il furetto e bidibodibù il cagnolino blu
il resto coloralo tu

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matite

Le matite hanno un corpo di legno e un'anima nera e se non le tocchi stanno ferme, anche se mi ricordo bene che nel giugno del 1998 ne vidi una che si rotolava da sola; anzi no, forse ricordo male.
Le matite con un'anima nera d'inchiostro si chiamano penne e le penne con l'inchiostro di mercurio si chiamano termometri e i termometri sporchi di cacca denotano un uso poco ortodosso di questo attrezzo.
Qui parleremo solo di matite anche se le penne e i termometri si fanno comprare e i termometri sporchi di merda si lasciano... beh lasciamo perdere.
Di matite ne esistono tre tipi: con una o due punte, con una o due punte rotte, senza punte.
Una volta però uno di Isernia mi disse che ne esisteva un quarto tipo che però si estinse durante il regno dei Visigoti. Pare che le usassero per aprire le cozze. Ne erano ghiottissimi.
Le matite hanno delle vite sociali e quindi hanno bisogno di un amico.
Gli amici delle matite sono le gomme.
Le matite hanno delle vite patetiche quindi hanno bisogno di un nemico.
I nemici delle matite sono i temepramatite.
Le matite si usano con le mani, ma se hai sparato i botti di fine anno e non hai tanta praticità con i fuochi di artificio, allora si usano con la bocca (occhio ai termometri!).
Gli antenati delle matite si chiamavano lapis, ma questa è un'altra storia e la possono capire solo i bambini.
Ho voglia di un caffè e non mi sento più ispirato ad andare avanti perciò mi fermo qui. Questo racconto non finisce. Prova a impedirmelo se ti riesce. Forza provaci!

logomachia e tic linguistici

Sabato mattina passo da ***** (un negozio di strumenti musicali e computer di *****) per una piccola riparazione al mio portatile. Nella sala di attesa stile medico della mutua arriva una ragazza. Molto bella. Non di quelle bellezze televisive che tanto vanno di moda; ma una bellezza anomala libera da ogni stereotipo. Comincia a parlare. E' solare. Trasmette gioia di vivere e soprattutto è divertentissima (e comunque tanto per ripetere sempre le stesse cose, porta anche almeno una quarta di reggiseno) quindi nei pochi lunghissimi minuti in cui si consuma questo felice e ricambiato - ripeto ricambiato, anzi moooolto ricambiato incontro - mi innammoro subito. Sono cotto.
Ora io già lo so che questo è il momento più difficile da spiegare di questo racconto perchè corro il rischio di cadere nel banale: eccolo, il classico uomo che appena una donna gli da un po' di confidenza subito corre su internet a ordinare scorte di profilattici e pillole blu per vincere la forza di gravità e invece no, mia caro e raro lettore, non è così. Sono banale certo, ma non stavolta. Io credo esistano delle persone con le quali si entra subito in sintonia e a parlarci ti fanno stare bene. Io ci credo. Questa episodio per me ne è la conferma o se vogliamo citare i classici: capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi ... emozioniiiiiiiiiii.
Ma torniamo ai fatti.
A malincuore entro per la riparazione e lascio la ragazza, dopo una mezz'oretta esco ed entra la ragazza. Aspetto lì fuori che esca, ma niente. Purtroppo devo andare via assolutamente. Resisto. Aspetto ancora, ma niente. Aspetto. Aspetto. Aspetto. Ok, non posso più aspettare. A testa bassa e coda tra le gambe mi avvio verso l'auto.
Ora mio gentile (si fa per dire) lettore devi sapere che nel suddetto negozio ci si arriva solo con l'auto quindi lì fuori nel parcheggio partorisco una idea geniale (noi geni facciamo così, partoriamo anche in mezzo ai parcheggi): stacco un foglio del molenskine che porto sempre con me, le scrivo un saluto e ci aggiungo il numero del mio cellulare e ovviamente il mio nome. Rimane solo un problema: ci sono una decina di macchine, quale sarà la sua?
Per la fortuna di cui sopra sono un genio e quindi trovo la soluzione con i pensieri associativi:
- è una ragazza dotata di un ottimo senso dello humor, quindi escludo tutte le macchine che si prendono troppo sul serio (grigie, nere o con alettoni e cerchi cromati);
- non mi ha parlato di cuccioli (tutte le donne con cuccioili dopo 3 secondi ti parlano di quanto sia fantastico il suo) quindi escludo i monovolume e macchine con i passeggini o riferimenti a prole;
- mi è sembrata una ragazza sicura di sè quindi escludo le macchine che vengono utilizzate come protesi, ovvero macchine dai 15 mila euri in su;
- avrà avuto sui trentacinque quarant'anni, era vestita come noi ragazzi alternativi di centro-centro-centro-sinistra, non aveva fede o brillanti o gioielli di valore addosso quindi escludo le macchine tenute in garage e troppo curate o troppo banali; a questo punto è rimasta una sola macchina: una bellissima ***** color cremisi con uno stemma di Bob Marley.
Ok: deve essere questa. Anzi, è questa!
Lascio il messaggio sotto il tergicristallo a mo' di multa e vado via e fiducioso come il paziente eschimese che ha appena fatto il buco nel ghiaccio e aspetta che la foca tiri fuori la testa.
Inutile dire che per tutto il uicchende le mie falange, falangine e falangette hanno tenuto stretto il cellulare nella speranza di un un suo segnale di vita. Non l'ho mollato un istante, volevo cogliere in diretta il lieto evento. Ci ho creduto.
Il mio entusiamo seppur secondo una funzione logaritmica il lunedì è arrivato a zero e puntuale la Realtà è venuta a ruicordarmi che certe cose accadono sempre e solo nei B-movie hollywoodiani.
Dunque niente. Non è successo più niente. :-( :-( :-(

Ieri sera sono tornato da ***** per ritirare il portatile e fuori c'era la ***** cremisi con l'adesivo di Bob Marley! :-) :-) :-)
Wow!
Sono subito corso dentro, ma non c'era nessuna ragazza. C'era invece **** il propietario che mi conosce. Mi ha sorriso e mi ha detto: "Italo ho io il tuo biglietto, quella è la nostra auto aziendale". :-( :-( :-(

ps. proprio mentre scrivevo queste menate mi sono ringalluzzito perchè mi è arrivato un sms. :-) :-) :-)
Purtroppo niente, un falso allarme. Era l'addebito della carta di credito per la confezione bifamiliare di preservativi che sabato sera ho comprato su internet. :-( :-( :-(

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dico solo che desidero la morte di Frank

prima che il tuo zinco nacherato
faccia il flutto e la cascata
copri la facciata
con lo zucchero filato

come? non vuoi la riddle in prosta?
mettiti sul dorso del bus
e infila il franchenside nella posta
prima che esca fuori il pus

nessuno drimpa come un bikers
infilati gli stivali dopo di entrare

Frank?
Che pippaiolo da bottega del fagname
spegni lo zurn e facciamola finita

il futuro esiste già, basta solo dire di sì

Sfogliò quelle poche pagine solo perché erano gratis. I movimenti dei suoi muscoli oculari fecero convergere entrambi gli occhi sullo stesso punto mediante una progressiva contrazione del corpo ciliare e relativo rilassamento del legamento, l'arrotondamento del cristallino permise la messa a fuoco dell'immagine sulla struttura nervosa della retina nella regione fovea. I coni gli permisero di distinguere i dettagli fini, i bastoncelli risposero agli stimoli ridotti. Le cellule sulla retina sensibilizzarono un pigmento fotosensibile che nei bastoncelli prende il nome di rodopsina, nei coni iodopsina. (Per la produzione della rodopsina è necessaria la vitamina A: per tale motivo, una carenza alimentare di questa vitamina può provocare problemi della visione notturna (emeralopia). La rodopsina viene inattivata per azione della luce e deve essere riformata dai bastoncelli in condizioni di oscurità; quindi, l'effetto che si avverte passando dalla luce del sole a una stanza buia, quando non si riesce a vedere nulla, è dovuto al fatto che le nuove molecole di rodopsina non sono ancora disponibili.) Insomma quando il pigmento di Orfeo si formò, le fibre nervose retiniche del nervo ottico portarono gli impulsi al cervello. Il cervello scatenò un reazione chimica non ancora collaudata e attraverso l'arteria e la vena centrale della retina, posta nel nervo ottico, stimolò l'organo a secrezione esterna detta ghiandola lacrimale. La secrezione salina di questa ghiandole lubrificò con violenza la parte anteriore del bulbo oculare eliminando eventuali particelle di polvere o altre sostanze estranee presenti sulla superficie dell'occhio.
Orfeo si pasceva gli occhi nella contemplazione dello splendore del Trittico delle Delizie.
Era il segnale. Si era proprio il segnale che aspettava da tanto. Durante la pausa pranzo salutò e uscì come al solito. Prese il primo treno per la città. Il primo treno per il capoluogo. Il primo treno per la capitale. Il primo treno per Madrid. Il primo taxi per il museo del Prado. Si mise davanti al trittico e fissò quel dipinto fino alla chiusura. E così fu il giorno dopo. E così l'altro ancora: E così ancora e ancora fino alla fine della fine dell'inizio. Si sorpassò ed aspettò. Quattro giorni dopo il sorpasso era già pronto alla sua vecchia stazione con la sua divisa da ussaro, il berretto da capostazione e un sorriso a prova di chirurgia plastica. Aveva ovviamente perso il lavoro, ma ora per la prima volta la sua vita gli apparteneva.

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impara l'arte o mettiti da parte

"Handicappato" ecco un'altra bella parola sottoposta a repressione. Scendo al bar per una pausa caffè e qui sotto ce n'è sempre uno: il triciclo parcheggiato, i piedi mozzati in bella mostra e lui tutto spaparzanzato sul marciapiede che dipinge su dei fogli sudici degli acquerelli. Ora a parte il fatto che hai la pensione e se sei handicappato puoi vivere solo facendo l'handicappato, ma tu esageri! Tu vuoi fare anche l'artista e il barbone. Troppe cose per uno che deve rotolarsi su se stesso se vuole andare a pisciare. E poi senza essere esperti di arte o avere tutti i decimi di vista è evidente che i tuoi quadretti fanno davvero cacare. Quindi sparisci, levati di mezzo. Nonostante questo c'è sempre lì qualcuno piegato che si finge interessato e compra qualcosa. Confonde la bellezza dell'arte con il gesto atletico. "Sì, questo questo aquerello che ho in salotto è orrendo, ma l'ha fatto uno senza gambe". Handy - come lo chiamo tra me - mi conosce. Ci odiamo con il freno a mano tirato. Appena mi vede si irrigidisce. Mi guarda come a dire "ti uccido coglione". Ricambio il suo sguardo e siccome ciò le gambe io, lo scavalco con un salto e entro nel bar a prendere il mio meritato caffè.

E' bello fare i forti con i più deboli. Ti fa stare bene. E' qualcosa che è tipica di piccoli uomini come me che vogliono recuperare le leccate di culo che fanno ai potenti. E poi a pensarci bene è lo stesso meccanismo che decreta il successo di centri commerciali e tutti altri negozi in cui si gira liberarmente: quelli come me lì dentro non si sentono dei patetici sfigati.

the Walrus

del perchè sono più famosi (e di sicuro più divertenti) di Gesu Cristo e Padre Pio messi insieme

Ero in Spagna, in Almeria, tanti anni fa con John mentre stava girando il film di Lester "Come ho vinto la guerra". John aveva appena scritto Strawberry Field Forever e ce la fece ascoltare a me e a Ringo che era venuto lì a farci compagnìa perché si sentiva solo. Gli dicemmo che era una bella canzone, ma non un capolavoro e con qualche buon arrangiamento fatto da me, sarebbe diventata ascoltabile. Avevo tra le mani i campionamenti del suono di una motosega industriale che abbatte delle sequoie secolari ormai in via d'estinzione e senz'altro avrebbero dato il loro contributo e qualche brivido nel middle-eight della canzone. Ci ridevamo e scherzavamo su e John mi piegò la sua Martin sulla testa. Parlammo ancora di musica. Mp3. Playlist. Compackt disk. Vantaggi e svantaggi rispetto al vinile. Del mio proggetto: il Large Hot Pipe Organ. Un organo ad esplosioni di gas propano controllato via MIDI. Con coreografiche fiammate delle rispettive 'canne' ben distanziate l'una dall'altra, sempre orchestrate secondo lo standard MIDI. John a un certo punto mi interruppe. Disse che gli effetti dell'LSD25 avevano dato un senso alle sue paranoie, lo avevavo paradossalmente riportato alla realtà e che nonostante tutta la potenza dell'acido e l'immaginazione che evocava non mi capiva semplicemente perché eravamo nell'estate del 1967 e solo un coglione come me poteva parlare con tanta disinvoltura di musica digitale, ciddì e protocolli Midi in quel momento storico. Siccome la Martin oramai era inutilizzabile, mi passò la paletta della sua famosa Rickenbaker, Modello 325 con vibrato Kauffman per verificare se la legge fondamentale della dinamica di Newton era valida anche per le mie gengive. (Si era valida. Ho ancora qualche scheggia di palissandro tra gli incisivi). Cambiammo argomento. Parlammo della sua salute. Gli dissi per il suo bene di stare alla larga dall'eroina e soprattutto di prendere come abitudine ogni anno di restare a casa nel giorno dell'immacolata concezione o almeno, se proprio avesse avuto voglia di uscire, di mettersi un maglione di lana e un giubbotto antiproiettile. Non era d'accordo e reagì al solito modo, perciò mi sfilai le corde dal naso. Ebbi qualche problema con il mi grave. Gli dissi di lasciar perdere la composizione di canzoni. Non aveva talento. E lo portai con me ad una mostra d'avanguardia. Lui non ne aveva voglia e mi ci volle tanto per convincerlo e alla fine venne. Si trattava di un'artista giapponese. Una giovane donna di nome Ono.

Non so che fine abbia fatto John, era troppo lunatico e non credo abbia fatto molta strada. Ogni tanto quando sono in giro qualcuno mi riconosce. Si ricorda di me. Si avvicina. Mi saluta. Mi parla di un gruppo pop degli anni sessanta chiamato i Beatles. Mi sorride e poi come al solito mi molla un cazzotto in bocca. Ce n'è di gente strana!

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dialogo tratto dal romanzo "l'uomo che faceva ridere le donne"

- "non ti rispondo almeno continui a farmi ridere... " disse LEI
- "ma allora sono il classico scaldapotte?" rispose LUI
- "si ma tu sei speciale, sei una scaldapotte digitale" - incalzò LEI
- "wow che culo" disse felice LUI
- "sono contento che tu sia contento" disse LEI
- "ma scusa, ma se sono digitale da qualche parte mi avranno infilato le batterie ... " disse perplesso LUI
- "credo di sì" disse LEI
- ".. mm aspetta non dirmelo, ho capito io dove" rispose contento LUI

pensieri pendolari

A che età ho smesso di essere giovane e bello e ho deciso di diventare come il Vesuvio? Stamane sul treno c'era di fronte a me un ragazzo di vent'anni. All'apice della sua bellezza sia interiore che esteriore. Si vedeva che era un vulcano di idee, energie, di entusiasmi, di sogni. Quando avevo la sua età ero anch'io così o il ricordo mi sta fregando? (Mi sta fregando perchè di sicuro ero già vecchio dentro). Era tutto vestito di nero, ma no quel nero brutto e autoemarginante da metallari. Un nero bello. Curato. Aveva lo sguardo di chi non voleva essere lì. Molto seducente. Aveva un jeans nero attillato e una giacchettina slim. Borchie sparse sugli anfibi e sulla borsa e persino sul suo cellulare. Sembrava incuriosita del vecchio che aveva di fronte tutto vestito di nero con giacca e cravatta da impiegato sfigato e i braccialetti colorati da patetico ultraquarant'enne. Chissà che avrà pensato di me. Avrà notato i lapilli e la lava che mi cola lungo i fianchi o solo la fumata nera di un altro vulcano spento.

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